Rubi e vai in televisione: a Milano (e in Italia) c’è qualcosa che non va

Sono giorni che non si parla d’altro. Sui social, sui giornali, in televisione. Il caso delle borseggiatrici nella metropolitana di Milano tiene banco e ha scatenato numerosi dibattiti accesi. Dai video diventati virali – in cui una di queste diceva “Dobbiamo rubare, è il nostro lavoro” – alle testimonianze, fino alla presunta legittimità di filmarle o meno. Come sempre, casi come questi dividono e indignano l’opinione pubblica, ma la conseguenza quasi costante è quella di andare oltre al semplice racconto. Cercando l’effetto sensazionalistico, eccedendo ad ogni costo. Come capitato ieri in televisione.

Come molti di voi, infatti, ci siamo imbattuti su Rete 4 con il programma di Paolo Del Debbio, “Dritto e Rovescio”. Ospiti d’eccezione della puntata erano proprio le borseggiatrici della metro di Milano. Aldilà del dibattito, che può anche aver dato uno spunto, il fatto che queste persone fossero presenti lì, in uno studio televisivo, piuttosto che fermate e punite per quanto hanno compiuto, è l’ennesimo segnale di come il nostro Paese abbia diversi deficit da scontare. E che ci fa chiedere: ma questa è la normalità che siamo costretti a vivere? È accettabile che noi cittadini dobbiamo rimanere lì inermi ad assistere a questo spettacolo, senza percepire protezione e senza tutele?

Scippi in metro, aggressioni, truffe continue ad automobilisti, furti e rapine in ore apparentemente tranquille, anche in pieno giorno. Tutto questo trova riscontro nella cronaca dei giornali e sul web. Ma anche nelle voci dei cittadini. Parliamo di Milano perché qui il termometro è caldissimo e l’esasperazione è percepibile. Ma anche nel resto dell’Italia questi casi sono all’ordine del giorno. E allora, banalmente, quello che ci resta da pensare è che non sia normale vivere in un clima del genere. Per questo ci rivolgiamo alle autorità, al sindaco Beppe Sala, al governo. La situazione sta sfuggendo di mano e urge un intervento tangibile per fare un passo deciso verso un Paese più civile e, soprattutto, sicuro. Ci siete?

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