Riunione di redazione per “Runway”. Per il 15esimo anniversario de “Il Diavolo veste Prada” ‘Entertainment Weekly’ ha riunito il cast per il numero di luglio. Dall’incontro del regista David Frankel con le star del film Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt e Stanley Tucci è nata una conversazione sul ruolo della pellicola e su quanto sia tuttora attuale e amata dal pubblico. Quante volte avete visto il “Diavolo veste Prada” sognando gli abiti superglam indossati dal cast?
«Era una storia di vendetta, ma molto satirica» ha spiegato Frankel, aggiungendo che il personaggio di Miranda Priestly, la direttrice di Runway, è parzialmente ispirato alla direttrice di Vogue America Anna Wintour.
Si scopre anche che per il ruolo di Miranda, prima della Streep, sono state prese in considerazione Michelle Pfeiffer, Glenn Close e Catherine Zeta-Jones. «Non ero interessata a fare un film biografico su Anna (Wintour, ndr) ma mi incuriosiva la sua posizione nell’azienda, assumermi le sue responsabilità, oltre ad avere un bell’aspetto ogni giorno», ha raccontato l’attrice tre volte vincitrice del premio Oscar. «Mi piaceva l’idea che lei non si fermasse davanti a niente e che non cercasse di ingraziarsi le persone in alcun modo». Proprio per questo Meryl Streep per entrare nella parte, anche fuori dal set non rivolgeva la parola ad Anne Hathaway ed Emily Blunt. «È stato orribile! Ero infelice nella mia roulotte», ha dichiarato l’attrice. «Sentivo tutti che ridevano e se la spassavano. È il prezzo da pagare per essere il capo!».
Altro aneddoto divertente? La Hathaway quando ha scoperto di aver ottenuto la parte ha urlato a squarciagola nel suo appartamento. «Il tema era uno di quelli che prendo molto sul serio, ma trattato in un modo meravigliosamente gioioso e spensierato». All’inizio, molti stilisti si sono rifiutati di fornire gli abiti per la pellicola perché avevano paura della reazione della direttrice di Vogue America. Tuttavia le cose si sono risolte quando hanno accettato di apparire in un cameo la top model Gisele Bündchen e lo stilista Valentino.
Il sequel non ci sarà, sono tutti d’accordo: «È una storia che abbiamo già raccontato. Seguire i personaggi oggi non sarebbe più lo stesso». E a proposito dell’iconica frase finale “Tutti vogliono essere noi”: sapevate che doveva essere “Tutti mi vogliono”? Che sia stata la Streep, in versione zarina della moda, a modificare la battuta?