«Che anno è, che giorno è?», cantava nei suoi “I giardini di marzo”. È il 5 marzo 2023 e oggi Lucio Battisti avrebbe compiuto 80 anni. Un giorno dopo l’altro Lucio, Dalla, accomunati dalla stessa aura leggendaria, dallo stesso talento indescrivibile, anche se così diversi, nello stile, nella discografia, nelle vite. Tutti e due andati via troppo presto. Battisti ancor prima. Era il 9 settembre 1998 e mai si è capito il motivo preciso per cui la sua vita si interruppe a soli 55 anni.
Ma della sua musica si conosce tutto (o quasi). Chiunque, almeno una volta nella vita, ha cantato un suo brano. “Il mio canto libero”, “Fiori rosa, fiori di pesco”, “Mi ritorni in mente”, “La canzone del sole”, “Dieci ragazze”, “Non è Francesca”, “7 e 40”, “Acqua azzurra, acqua chiara”, “Ancora tu”. Non si può, davvero, fare una classifica. Sono tutte “Emozioni” scolpite nella mente e nel cuore della gente. Che lo ha amato e lo ha anche criticato. La leggenda alimentata dal mistero. Le voci sul suo presunto orientamento politico, l’intonazione per alcuni non all’altezza, persino l’assenza, dopo la sua morte, della possibilità di fruire della sua discografia sulle piattaforme digitali, cosa cambiata – per fortuna – solo pochissimi anni fa.
Nato in provincia di Rieti, morto a Milano. Lucio Battisti di tutte queste polemiche ha sofferto e ha ragionato, abbandonando i live, all’attivo ha solo 2 tour, ritirandosi dalle scene, un po’ come Mina. Per salvaguardare la sua vita, quella privata, dei suoi affetti, e la sua musica, troppo etichettata e mal interpretata da alcuni. Lui ci metteva la musica e la voce, per le parole, per larga parte della sua discografia, c’era Giulio Rapetti, in arte Mogol. Un binomio irripetibile e magico, così prezioso da necessitare di cura. E di amore. Lo stesso che proviamo oggi nell’augurare a Lucio Battisti, ovunque egli sia, buon compleanno.



