Chloé, l’ultima collezione di Gabriela Hearst sfila alla Paris Fashion Week

Una stagione di debutti, ma anche di addii. Gabriela Hearst porta a Parigi la sua ultima collezione per Chloé, dopo tre anni nel ruolo di direttrice creativa del brand francese. La primavera-estate 2024 segna la fine di una collaborazione, ma anche un nuovo inizio per la stilista, che nell’ultimo periodo sta collaborando con Angelina Jolie per la linea di debutto del nuovo marchio Atelier Jolie. A Parigi, Chloé porta in scena una collezione sobria e senza pretese, su una palette minimalista che ospita il nero, il bianco, il beige, e pochi accenti di ocra. In passerella sono le rouches a caratterizzare quasi ogni proposta, così come le maniche voluminose, a sbuffo, prosciutto o palloncino, sugli abiti monospalla, sui tailleur e sui capispalla.

La collezione primavera-estate 2024 di Chloé punta i riflettori sulle alternative alla pelle, che rivestono la maggior parte dei capi in sfilata, dai trench ai chiodi con cerniere diagonali, passando per gli abiti con spacco e fodera a contrasto, le longuette, e i set camicia + pantalone. Seguono poi gli abiti origami con applicazioni floreali, fluidi come le maxi gonne in pizzo e quelle plissé in organza. Tra le proposte più scultoree, invece, spiccano i bomber e i top ricoperti di balze fittissime, così come gli slip dress in maglia con orli tridimensionali, e gli abiti con spalle-armatura che nascondono una fodera di rouches a contrasto. Emerge anche il dettaglio cut-out, tra i motivi principali della collezione, così come i nodi e le fasce di tessuto incrociate, che movimentano top e mini-dress.

La maison francese sceglie un approccio minimalista per quanto riguarda gli accessori, optando per lunghe collane con pendenti in pietra, cinture a cordone, fibbie dorate e borse bucket, mentre per le calzature, il modello principale è il sandalo intrecciato con tacco. Quello tra Gabriela Hearst e Chloé è stato un sodalizio in chiave green, improntato sulla ricerca e l’innovazione dei materiali. Il prossimo direttore creativo manterrà lo stesso approccio, o opterà per uno stile totalmente differente?

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