Invitata a prendere parte a una nuova puntata de “La Confessione” di Peter Gomez, ieri sera – venerdì 26 maggio -, Arisa ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno immediatamente fatto il giro del web. Definita dal giornalista come “un’icona della comunità LGBTQ+”, la cantante ha specificato di sentirsi “un’icona per loro” pur capendo “questa cosa fino a un certo punto” poiché «Io quando faccio una cosa la faccio per tutti, i diritti sono di tutti». Contro la maternità surrogata, definita da lei come “anti femminista” che “va contro le donne”, Arisa afferma di aver «paura che diventi un commercio» e che «un bambino non si può avere come un paio di scarpe».
E se Salvini “non l’ha mai ispirata” e di Schlein “non pensa niente”, chi invece le piace è Giorgia Meloni. Seppur tutti i suoi amici le abbiano sconsigliato di dirlo perché avrebbe potuto essere additata come “fascista”, Arisa parlando del Presidente del Consiglio dichiara: «Le sue posizioni [rispetto ai diritti LGBTQ+] non sono molto aperte. Però secondo me lei si comporta come una mamma, molto severa e molto spaventata. Una mamma che non è solo madre di un figlio, ma ne ha 3/4 e allora bisogna che lei faccia cose che vadano bene per tutti i figli e a volte sembra, a uno dei 4, che agisca in maniera poco [equa]. Però secondo me ci vuole tempo e ci vuole anche, da parte nostra, un cambio di atteggiamento, non sempre in lotta ma in dialogo. Io vorrei provare ad ampliare un po’ la rappresentanza che abbiamo sui media della comunità LGBTQI+, che non è fatta solo di macchiette o scene plateali, ma è fatta di gente normalissima».
«Penso che dobbiamo smettere di spaventare, ma dobbiamo dimostrare che siamo gente “wow”. La gente che fa un certo percorso e che sceglie liberamente e fa una scelta così difficile, sviluppa una sensibilità maggiore, è un grande dono per la comunità e mi piacerebbe che le persone avessero la pazienza e l’amore spiegargliele queste cose, di fargliele capire, perché lei è una tipa che veramente ci può portare ad alti livelli perché ha molta cazzimma e noi serve qualcuno che abbia cazzimma e che sia dalla nostra parte, però le cose devono avvenire gradualmente».
