Si è spento a Roma Giuliano Montaldo, nella sua casa con vicini a lui la moglie Vera Pescarolo, la figlia Elisabetta e i suoi due nipoti Inti e Jana Carboni. La famiglia ha scelto di celebrare le esequie in forma privata.
Regista, sceneggiatore e attore, diresse oltre venti film, sedici dei quali musicati da Ennio Morricone e che gli valsero numerosi riconoscimenti italiani e internazionali. Capolavori come “Sacco e Vanzetti” (1970) e “Giordano Bruno” (1973), rappresentano due pietre miliari del cinema italiano, con Gian Maria Volontè tra i protagonisti. Montaldo lavorò anche nella produzione di grandi opere televisive, negli anni in cui la Rai si contraddistingueva per le sue maxi opere, come il kolossal in otto puntate “Marco Polo.”
Nato a Genova nel 1930, a 14 anni Montaldo venne rastrellato dai nazifascisti in Liguria e deportato al sud. Riuscì a scappare per poi unirsi alla Resistenza nel Gruppo di Azione Patriottica (Gap) della sua città. Nel 1951 debuttò nell’altro rulo che segnoò la sua carriera, quello di attore, interpretando una ventina di film diretti, fra gli altri, da Elio Petri, Nanni Moretti, Carlo Verdone.